Sostanzialmente condivisa è la convinzione che la musica sia antica quanto l’uomo. Sin dagli albori della civiltà l’essere umano ha prodotto suoni e ritmi non solo attraverso la voce, ma, ispirato dalla polifonia del paesaggio sonoro, anche esplorando le proprietà acustiche di materiali e architetture che la natura gli offriva, scegliendo gli spazi con specifiche finalità acustico-musicali, dove l’eco sonora fosse più suggestiva.
Grazie alla combinazione di metodi e discipline alquanto diversificate (archeologiche, iconografiche, epigrafiche, filologiche e teorico-musicali) vengono qui esplorate le sensibilità musicali delle civiltà tra le più importanti che si sono affacciate sul Mediterraneo antico - la civiltà egizia, le civiltà mesopotamiche e quella etrusca -. Si indaga lo sviluppo dei primi strumenti e contesti musicali, per comprendere l’alto valore sacrale, spirituale ed umano che la musica ha avuto nella vita dell’uomo come individuo e come parte integrante della vita associata; e vengono individuati gli influssi che la variegata vita musicale delle civiltà succedutesi nell’area mediorientale ha avuto sul mondo greco e romano, per quanto concerne il ricchissimo corredo strumentale (dalle arpe, ai liuti), e gli idiomi musicali.
Una storia delle più antiche civiltà raccontata in una forma inedita, attraverso la vivacità e la forza del canto, della danza, e della musica che non hanno mai smesso di incantare l’uomo.