"L’arte non appare più collegata e inserita nella speculazione
teologica, ma diventa strumento di devozione,
di appartenenza confessionale, di disciplinamento
religioso e anche elemento di confronto politico,
manifestazione di potere. L’arte sacra si separa
dall’arte senza aggettivi, ma non senza un processo
d’osmosi di lungo periodo che impregna tutta la nostra cultura"
Il volume è centrato sull’opera del cardinale Gabriele Paleotti, che con un suo celebre trattato pose con forza il problema dell’aderenza dell’arte alla nuova spiritualità tridentina. La Roma papale, già avviata agli splendori della propria autocelebrazione, respinse tuttavia la rigorosa precettistica del Paleotti. Due posizioni inconciliabili a cui corrisponde da una parte la quotidianità sofferta di Caravaggio e dall’altra l’esaltazione atemporale del divino tipica del barocco trionfante.