La “leggera” in linguaggio gergale è un mondo ai margini della legalità e della produttività, ma incapace di azioni violente e di veri crimini. Nelle autobiografie di Montaldi troviamo il pescatore e il cacciatore di frodo, che negli anni sessanta viveva in una baracca sul Po decorata con la falce e martello; troviamo Cicci, prima piccola prostituta e poi moglie di un contadino; e poi ne troviamo tanti altri ancora che si raccontano con spavaldo pudore e con orgogliosa dignità.
Resistendo alla travolgente avanzata della criminalità moderna fatta di droga e kalashnikov, dove candore e sincerità appaiono come una bestemmia.