Cosa accade alla mente umana quando per malattia, per giustizia o ingiustizia viene spogliata dell'illusione
di immortalità?
Può la piena comprensione della nostra mortalità trasformarsi da condanna in dono? Liberarci
dall'ossessione dell'esistere perchè presto non staremo più consentendo al nostro cervello di rielaborare il
tutto alla ricerca dell'armonia dell'intera esistenza.
Un ateo e un credente sono diversi di fronte a quel momento? Non al momento della morte, ma piuttosto
alla scoperta della morte; quando non si può più pregare per gli altri e le preghiere per noi sono inutili cosa
resta della nostra fede?
Quando la scienza può salvare gli altri ma non può salvare noi cosa resta del nostro sapere?
Esistono abbastanza dimensione in questo vivere da giustificare il viaggio?
Per Marco, come per tutti noi, le domande arriveranno nell'ultima stagione.