Cresciuto in una devota famiglia cattolica nei Paesi Bassi, Paul Glaser, già adulto, scopre di avere origini ebraiche. Turbato da questa rivelazione casuale, Paul cerca di capire cosa è successo alla sua famiglia durante la Seconda guerra mondiale, il motivo di un silenzio così lungo sulla propria identità, e il motivo della misteriosa frattura fra suo padre e Rosie, zia di Paul.Rosie Glaser, ebrea non praticante, è una donna magnetica, sensuale, esuberante, astuta, innamorata del ballo che neppure quando i nazisti prendono il potere si spaventa, e anzi apre una scuola di ballo nell’attico dei suoi genitori, naturalmente illegale. Tradita dagli uomini di cui si fidava, arrestata dalle SS, finisce ad Auschwitz. Nel campo di concentramento è determinata a sopravvivere, utilizzando tutti i mezzi a sua disposizione, anche la sua passione per il ballo, anche la sua capacità seduttiva, messa a dura prova negli stenti cui è costretta. Delle milleduecento persone che sono arrivate con lei ad Auschwitz, solo otto sono sopravvissute. E tra loro c’è Rosie.Illustrato da una ricca selezione di foto, Ballando ad Auschwitz è insieme la cronaca di una indagine e di una scoperta che cambiano la vita di un uomo, Paul Glaser; e anche il ritratto di una donna straordinaria, segnata dall’amore, dal tradimento e dal coraggio.“E così ebbe inizio. Dovevo ballare sulla musica del giradischi. Impiegai un istante per decidere quale disco mettere, poi Kurt alzò la mano. Cadde il silenzio e io presentai me stessa e il ballo che stavo per eseguire. Era una mazurca. Prima lenta poi veloce. Eseguii tre danze differenti e dopo mezz’ora tutto finì. Nessuno applaudì, ma mi venne data una forma intera di pane come ricompensa e mi rispedirono alla mia baracca. A letto, quella notte, raccontai a Martha e a Rachel le mie avventure e condivisi il pane che avevo tenuto nascosto sotto i vestiti.”