Gotham City. La città col più alto tasso di criminalità al mondo, dove è prassi comune per i delinquenti vestire come Elton John, dove la polizia passa il tempo tra una partita di ruzzle e un sudoku, dove l’unica speranza della popolazione è racchiusa in due uomini vestiti con tutina aderente e collant che convivono ambiguamente da soli, con l’unica compagnia del maggiordomo guardone.
È in questa città che comincia la nostra storia, quando una banda di criminali rapisce due corridori disabili che partecipano alla maratona di Gotham. Dietro un atto così deplorevole, condannabile, immorale, in una parola stronzo, ci sono alcuni delle menti delinquenziali più note: Joker, il principe pagliaccio del crimine, il Pinguino, maleodorante uccellaccio della malora, Riddler, l’enigmista signore delle domande senza risposta, e Catwoman, la donna gatto.
Il commissario Gordon, entrato nel guinness dei primati per essere riuscito a mantenere il posto fino alla pensione senza aver mai lavorato un giorno, chiede l’aiuto di Batman e Robin, i paladini della giustizia. E il dinamico duo entra immediatamente in azione.
Tra piste da seguire, deduzioni a cui non sarebbe giunto nemmeno il tenente Colombo nei suoi anni migliori e combattimenti con la mala, i due eroi trovano il covo dei malfattori, cadendo però nella trappola che i criminali hanno preparato per loro.
Ma siccome è noto che i buoni non possono perdere (nemmeno in un racconto demenziale come questo), Batman e Robin riescono a fuggire e, una volta capito cosa vogliono fare i quattro furfanti delle loro vittime, preparano la riscossa.
Un romanzo breve, divertente e irriverente, una parodia di uno degli eroi più famosi al mondo che prende di mira in particolar modo la serie televisiva del 1966 con Adam West, ripercorrendone le scene più iconiche e riprendendone i personaggi più noti con molto sarcasmo e con non meno affetto.