Chi il 25 aprile va in piazza a cantare “Bella ciao” è convinto che tutti i partigiani abbiano combattuto per la libertà dell’Italia. È un’immagine suggestiva della Resistenza, ma non corrisponde alla verità. Giampaolo Pansa, che torna a vestire i panni del “revisionista”, svela il lato oscuro della guerra di liberazione e la spietatezza dei comandanti e commissari politici rossi.
Pagina dopo pagina, tornano alla luce vicende, personaggi e delitti troppo a lungo ignorati: le prime azioni terroristiche dei Gap, l’uccisione di capi partigiani ostili al Pci, il cinismo nel provocare le rappresaglie nemiche e allargare così, tra gli abitanti, l’incendio della guerra civile. Nel mettere a confronto la brutalità di rivoluzionari senza onore con i partigiani che si battevano per un’Italia libera da qualsiasi dittatura, Pansa rievoca una pagina di storia che i “gendarmi della memoria” hanno sempre fatto finta di non vedere, e compie un nuovo importante passo per abbattere la fortezza ideologica che ancora oggi impedisce di affrontare con obiettività meriti e colpe della Resistenza.