Nessun Paese africano può raccontare l’insurrezione e l’orgoglio meglio del Burkina Faso. In un continente in cui molti presidenti vogliono imporsi come leader “a vita”, i burkinabè hanno insegnato che è possibile prendere in mano il proprio futuro. Un popolo di giovani ha avuto la meglio sul regime quasi trentennale di Blaise Compaoré, cacciato nell’ottobre del 2014, il giorno in cui i parlamentari avrebbero votato la modifica costituzionale per permettergli di ricandidarsi come presidente. I burkinabè hanno detto no all’ennesimo sopruso. E poi hanno resistito al tentativo di colpo di Stato del settembre del 2015. Ma la rivolta è diventata rivoluzione? Possiamo parlare di un’altra “rivoluzione africana”? Questo libro ce lo spiega e ci racconta l’insurrezione, i retroscena, i perché della sua evoluzione e il contesto africano nel quale si è verificata.
“È un popolo, quello del Paese degli uomini integri, con cui scambiare e imparare: a resistere, a gestire con creatività e innovazione il mondo reale, a trovare soluzioni adeguate pur dovendo fare i conti con risorse economiche spesso scarse, a contare sulla forza delle proprie braccia e delle idee e sulla fiducia delle persone”. (Gianfranco Cattai)
“Il Burkina Faso post-insurrezionale resta vigile. C’è un popolo in piedi che non si lascerà raccontare storie dai nuovi governanti”. (Angèle Bassolé)