Camilla
Camilla è una bambina di 9 anni, vive con i suoi nonni in un paesino ai piedi dell’Aspromonte, in Calabria. Gli odori e i colori della natura accompagnano la sua crescita, la aiutano a superare i mo-menti bui e le difficoltà, così anche i racconti del nonno. Attraverso le fiabe riesce ad evadere, a superare la separazione dai genitori e dai fratelli e vivere i suoi desideri. Camilla ama gli alberi, la prima storia la dedica ad una quercia, un albero maestoso che dentro sé accoglie la vita di piccoli gnomi. Attraverso essi ritrova la sua bambina interiore e scrive poesie per rendere melodiosa la sua vita.
Camilla ama donare, il dono è visto come capacità di farsi altro da sé. Così, ogni piccola creatura che le offre la possibilità di scoprire un aspetto diverso diventa per lei un dono divino. Nasce così la storia delle pecore divine che Camilla saluta generosamente quando le incontra. La cosa stupefacente è che le vede sempre quando cerca nella sua anima un aiuto.
Anche il bosco ha una grande importanza per la piccola Camilla. Il bosco è il luogo del lupo, ma può essere il bosco dove ognuno di noi ritrova la sua parte perduta e la attualizza. Da piccola Camilla non ha avuto grandi possibilità per studiare, era una bambina e le donne nelle sua famiglia non valevano quanto gli uomini. Allora, inventare una storia dove ritrovare la scuola che avrebbe voluto è un ritrovare le fiabe del nonno e la sua anima, spuntata da dietro un pino brullo.
Le lucciole erano per i bimbi, che vivevano nel paesino, il passatempo estivo più divertente. In-seguirle, mentre le cicale musicavano la notte, era un modo per immaginare storie di amori impossibili. Proprio come le lucciole, questi amori, si spegnevano, perdevano la loro magica luce con la nascita del nuovo giorno. Vite di uomini e donne che provano a danzare la danza della vita.
Camilla crescendo aveva tanto desiderio d’imparare, di capire qualcosa in più sull’amore. Un giorno chiese a sua madre di come si fosse innamorata di suo padre. La storia la sorprese non poco. Scoprì ancora una volta che non è facile essere donna nella sua famiglia e che le emozioni devono rom-pere gli argini, inondare i campi e lasciare macerie dietro di sé, affinché il cambiamento sia utile a chi verrà dopo di lei.
Camilla amava la serenità, pensava sempre a come potesse far entrare l’Armonia nella sua vita. Spodestare il cavallo selvaggio e far posto alla farfalla non sarebbe stato facile. Ma la bimba non si pere d’animo e continuò la sua metamorfosi.
Nonostante avesse capito che principi e principesse erano solo un sogno, continuò a sperare e tra semine e principe dei fiori comprese definitivamente la vera essenza della vita e dell’amore. Sotto un albero di fico aveva seppellito Amore, ma pian piano lo riportò alla luce, aiutando la sua bambina a cre-scere e diventare donna.
Così, la donna Camilla iniziò a percorrere la sua strada. Difficoltà, fatica non le impedirono di desiderare e riuscire a camminare ...