Torino oggi è la città più indebitata d'Italia, messa sul lastrico dai Grandi eventi - come le Olimpiadi invernali del 2006 - e dalle Grandi opere. Torino è anche una metropoli anomala la cui programmazione economica è decisa a tavolino dagli istituti di credito. E che vede, contemporaneamente, il Comune primo azionista della Compagnia di San Paolo e Intesa Sanpaolo come maggior creditore del Comune stesso. Chi comanda Torino è dunque un grumo di potere stabile da circa venti anni. Un nucleo ristretto di uomini, e qualche donna, che sta tentando di inventare una metropoli moderna che possa vivere senza la Fiat, con solo due risorse a disposizione: il debito e il territorio da edificare. Ma con la crisi economica che ha investito il Paese, il meccanismo si è inceppato, mostrando le sue tante fragilità e, soprattutto, i rischi ad esso connessi. Chi ha deciso e decide le sorti di Torino? Dove sono i veri centri del potere? Un corpuscolo molto, troppo influente, che si confonde tra i Palazzi della politica piemontese, tenendo in pugno i rappresentanti del popolo. Con una sola differenza rispetto al passato: chi ha comandato (e comanda) Torino oggi sta comandando anche l'Italia. Maurizio Pagliassotti firma il secondo capitolo della serie "Chi comanda": l'inchiesta sui padroni delle città, cominciata con il volume dedicato a Napoli.