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Come rivelare esopianeti con il proprio telescopio
La rivelazione di pianeti extrasolari, o esopianeti, rappresenta una delle più interessanti frontiere della ricerca astronomica. Sono ormai migliaia i pianeti scoperti al di fuori del Sistema Solare, alcuni dei quali molto simili alla Terra.
Tra i metodi di scoperta, quasi tutti indiretti, ce n’è uno alla portata di una semplice strumentazione amatoriale costituita da un telescopio di almeno 15 centimetri, una montatura equatoriale e una camera CCD, anche economica e composta da pochi pixel.
Quando un pianeta, per un fortunato allineamento, si trova ad attraversare il disco luminoso della propria stella produce un transito e una diminuzione caratteristica e debolissima della luce della stella. Studiando la luce stellare in funzione del tempo si può rilevare allora l’impronta unica del pianeta che ha prodotto il transito. La curva di luce si ottiene grazie alla fotometria differenziale, una tecnica molto rapida, semplice, che non richiede calcoli complicati né filtri particolari come invece accade con la classica fotometria che cerca di misurare la luminosità apparente delle stelle.
Con un setup meno costoso di quello necessario per ottenere splendide immagini estetiche del profondo cielo, e una tecnica di elaborazione molto più veloce, è possibile partecipare alla ricerca di punta e scoprire persino nuovi pianeti.
Questo manuale, unico nel panorama divulgativo italiano, è stato scritto dal primo astrofilo al mondo a scoprire il transito di un esopianeta, con un semplice telescopio newtoniano da 25 centimetri dal giardino di casa. Quell’astrofilo, ora diventato astronomo, ha cercato di creare una guida semplice, completa ma rigorosa, adatta a chi ha già una minima esperienza con la fotografia astronomica e che introdurrà tutti gli appassionati nell’affascinante mondo della ricerca astronomica. Si scoprirà presto che tutto ciò è ben più semplice e appagante del catturare l’ennesima bella immagine della nebulosa di Orione. È giunta l’ora di trasformarsi in veri e propri astronomi ed essere protagonisti diretti di una delle ricerche più importanti della storia dell’umanità.
Tra i metodi di scoperta, quasi tutti indiretti, ce n’è uno alla portata di una semplice strumentazione amatoriale costituita da un telescopio di almeno 15 centimetri, una montatura equatoriale e una camera CCD, anche economica e composta da pochi pixel.
Quando un pianeta, per un fortunato allineamento, si trova ad attraversare il disco luminoso della propria stella produce un transito e una diminuzione caratteristica e debolissima della luce della stella. Studiando la luce stellare in funzione del tempo si può rilevare allora l’impronta unica del pianeta che ha prodotto il transito. La curva di luce si ottiene grazie alla fotometria differenziale, una tecnica molto rapida, semplice, che non richiede calcoli complicati né filtri particolari come invece accade con la classica fotometria che cerca di misurare la luminosità apparente delle stelle.
Con un setup meno costoso di quello necessario per ottenere splendide immagini estetiche del profondo cielo, e una tecnica di elaborazione molto più veloce, è possibile partecipare alla ricerca di punta e scoprire persino nuovi pianeti.
Questo manuale, unico nel panorama divulgativo italiano, è stato scritto dal primo astrofilo al mondo a scoprire il transito di un esopianeta, con un semplice telescopio newtoniano da 25 centimetri dal giardino di casa. Quell’astrofilo, ora diventato astronomo, ha cercato di creare una guida semplice, completa ma rigorosa, adatta a chi ha già una minima esperienza con la fotografia astronomica e che introdurrà tutti gli appassionati nell’affascinante mondo della ricerca astronomica. Si scoprirà presto che tutto ciò è ben più semplice e appagante del catturare l’ennesima bella immagine della nebulosa di Orione. È giunta l’ora di trasformarsi in veri e propri astronomi ed essere protagonisti diretti di una delle ricerche più importanti della storia dell’umanità.