Il testoCiascun capitolo di questo volume ha un titolo riferito a un argomento semiotico e un sottotitolo tra parentesi che verte sulla lettura di un'opera o di un tema iconografico reinterpretato semioticamente. Le due impostazioni convivono in maniera voluta e programmata, secondo un'architettura coerente e unitaria, che si basa su alcuni principi generali e su un concetto pedagogico. Primo: l'analisi semiotica dei testi visivi (e di quelli artistici in particolare) non può essere fondata su una teoria specifica, astratta e autonoma, ma utilizza gli strumenti della semiotica generale allo scopo di descrivere, interpretare ed eventualmente spiegare i singoli fenomeni di cui si occupa (nel nostro caso, le opere d'arte costituite da immagini). Secondo: i risultati non sono mai pure «applicazioni», bensì estensioni o riformulazioni della teoria, in ragione della natura specifica del mezzo espressivo utilizzato, il quale, per la sua particolarità, la mette alla prova, la interroga, ne cerca i limiti e le carenze, la falsifica. Terzo: ogni opera d'arte (o quanto meno ogni corpus di opere costruito coerentemente) costituisce inevitabilmente anche la teoria di se stessa, perché mette in scena, in modo più o meno nascosto, i principi che la fondano. Le analisi presentate, quindi, sono tutte orientate a mettere in luce il fatto che l'arte è un oggetto teorico, del quale si può delineare lo statuto e i protocolli di ricerca che gli sono più adatti. I casi analizzati nel volume sono intesi come esemplari: lo scopo è quello di rendere familiare, a lettori non esperti di fatti artistici, la lettura delle opere d'arte, e in parallelo, a quelli non esperti di semiotica, ma avvezzi invece alla storia dell'arte, le possibilità euristiche offerte da una metodologia inusuale per questo campo di studi.