Leggere come il premio Nobel Mario Vargas Llosa lavora ai suoi romanzi. Seguire le battute di Stephen King sulla tecnica della scrittura. Sapere dalle sue vive parole cosa fa Paul Auster per valutare una sua prima bozza. Divertirsi agli acidi e illuminanti commenti di Haruki Murakami. Approfondire con Jonathan Lethem i momenti più esaltanti del mestiere dello scrittore. Vivere con A.M. Homes la passione e l’immedesimazione con i personaggi. Insomma leggere questo libro significa imparare l’arte di scrivere da 54 grandi scrittori, famosi, celebri o solo promesse su cui tutti gli editori puntano.
Daniel Alarcón ha puntato sulla vitalità, sull’ironia e sui sentimenti degli scrittori. Ma anche sui loro consigli e sulle loro esperienze pratiche. In questo manuale a più voci, praticamente unico nel panorama della scrittura creativa, il lettore proverà il piacere di “sentir discutere” contemporaneamente di grande letteratura e di come si fa a scrivere un’opera complessa e difficile come un romanzo.
MARIO VARGAS LLOSA: Credo che sia la cosa più difficile, raccontare una storia in modo che sia del tutto convincente. Farla vivere ai lettori non solo come lettori, ma come se ne facessero davvero esperienza. I romanzi che ci riescono sono quelli che trovo più coinvolgenti, quelli che mi lasciano un’impressione durevole nella memoria.
STEPHEN KING: Voglio che la mia scrittura sia perfetta. Non lo è mai, ma è quello che voglio.
HARUKI MURAKAMI: La scena più difficile da scrivere? Spellare vivo un uomo. Troppo sangue. Può persino venirti da ridere mentre descrivi come si spella un uomo.
JONATHAN LETHEM: Non temo un’influenza involontaria, la bramo. Mi piace ubriacarmi di scrittori diversi mentre vado avanti col mio lavoro e con le mie giornate: il loro ritmo, il loro vocabolario, la loro ironia, esitazione, punteggiatura. Confido nel fatto che le mie frasi rimarranno ostinatamente mie, pur avendo assorbito queste influenze residuali, come l’effetto di una droga: come potrebbe essere altrimenti?
A.M. HOMES: Il primo capitolo dovrebbe impostare il tono, stendere le fondamenta e soprattutto dovrebbe dare al lettore un motivo per sospendere la sua vita ed entrare nel mondo che gli metti davanti.
PAUL AUSTER: Questo è il dubbio più grande che un romanziere deve affrontare: prima o terza persona. Devi ponderare a lungo e con molta attenzione prima di arrivare a una risposta.
RICK MOODY: Quando ero bloccato nel tentativo di capire un personaggio, mi è capitato di intervistarlo. Questa cosa funziona meglio se poi eviti di usare il materiale raccolto nell’intervista. Preferisce i tappeti o la moquette? Ha mai tentato di far licenziare un collega di lavoro? Fino a che punto è disposto a truccare le cifre nella sua dichiarazione dei redditi? È davvero divertente fare questo tipo di domande a un personaggio e l’esperimento ti aiuta anche a conoscere bene le caratteristiche proprie della voce di quella persona.