Quella di Massimo Mila per Igor Strawinsky è stata una passione precoce e duratura, in forte anticipo rispetto a una critica che, per motivi ideologici, ha lungamente avversato il grande compositore nonostante il suo successo. Una consonanza che ha dato vita a un’opera formidabile, precisa e personale: una catena di saggi distanti nel tempo e diversi per angolo visuale, ma uniti nel delineare il ritratto del musicista russo. Un discorso ininterrotto, le cui fila si riannodano con naturalezza nella raccolta presentata. Oltre all’analisi puntuale delle singole opere, Mila ci racconta come un’intera generazione, “diffidente della parola dopo aver sperimentato sulla propria pelle le conseguenze disastrose della retorica”, possa essersi identificata nell’arte di Strawinsky: genio funambolico della composizione musicale ma anche maestro di vita, vero “compagno di strada per l’uomo moderno”, simbolo capace di incarnare “un modo di esistere e di resistere”.