“Anche la catena del male si può spezzare. Accade quando uno dei suoi anelli, una delle persone che compongono la catena, decide di liberarsene, di perdonare”. Lo scrive uno dei detenuti finalisti del Premio Goliarda Sapienza - Racconti dal carcere, concorso letterario rivolto ai detenuti (adulti e minori) di tutte le carceri italiane.
Così vicino alla felicità racchiude le loro storie, storie che trasudano verità, vite vissute dentro e fuori le mura di una cella. Il tema del “perdono” fa da sfondo a queste narrazioni, ed emerge a tratti nella consapevolezza che sia l’unica – sofferta – via d’uscita. A tratti, invece, nella non facile ammissione di non aver saputo ancora intraprendere quel cammino: “Dissi a chi avrei dovuto chiedere perdono di sentirsi libero di odiarmi… alla fine quel debito sarebbe risultato in qualche modo saldato…”.
Le introduzioni dei racconti sono state affidate a grandi scrittori ed artisti.
«Mi colpisce la psiche dei detenuti. Coloro che hanno sempre dato precedenza all’azione quando si trovano chiusi e privati della loro libertà portano fuori il pensiero, la riflessione, la voglia di migliorare i propri rapporti. E l’azione scompare. Vediamo allora che la scrittura diventa come quella farfalla che spesso hanno tatuata: la loro forza».
Dacia Maraini
Un nuovo libro di racconti dalle carceri nel nome di Goliarda Sapienza. Un’altra raccolta di storie stracolme di esperienze e di umori. Con la tutela e l’attenzione viva di un gruppo di scrittori noti e autorevoli. Da che lasciarsi prendere? Forse dalla compassione, nel senso della condivisione, forse dalla drammaticità delle vicende raccontate; certo dalla capacità di cercarsi in una scrittura che significa ed esprime il coraggio di consegnarsi agli altri e al mondo nella propria accostata o ritrovata verità.
Elio Pecora