Questa monografia si propone di studiare il fenomeno degli omicidi commessi dalle donne vittime di abusi nei confronti del loro aguzzino, nonché di verificare la configurabilità, in tali casi, della scriminante della legittima difesa sulla scorta di ciò che avviene nei sistemi di common law.
Nel primo capitolo, dopo un breve cenno storico sul fenomeno dei maltrattamenti nella sua accezione più generica, l’attenzione viene focalizzata sui soggetti coinvolti nelle relazioni sentimentali violente, ossia l’abusante e la sua vittima, per poi spostarsi sulle teorie del cycle of violence e della learned helplessness che hanno costituito per Lenore Walker il punto di partenza per lo sviluppo della Battered Woman Syndrome.
Nel secondo capitolo viene studiata la sindrome in questione come sottocategoria del Post Traumatic Stress Disorder, analizzando i criteri identificativi di entrambi così come indicati dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM IV-TR).
Nel terzo capitolo si analizzano gli omicidi e i loro aspetti criminologici, partendo dallo studio dei principali fattori di rischio, quali il verificarsi di continui abusi sia fisici che psicologici, le ripetute minacce di morte da parte del maltrattante, l’esistenza di figli avuti da precedenti relazioni, la gelosia o l’abuso di sostanze droganti o alcoliche. L’attenzione viene successivamente spostata su uno studio che evidenzia ulteriori fattori di rischio e sottolinea, ad esempio, come siano più frequenti gli omicidi all’interno delle convivenze piuttosto che nei matrimoni, ovvero come siano più a rischio i partner che hanno tra loro una maggiore differenza di età. Infine si analizzano le reazioni che le donne hanno all’uccisione del loro partner.
Il capitolo conclusivo del presente lavoro, infine, si sofferma sull’incidenza della Battered Woman Syndrome nelle strategie difensive, con un parallelo tra il sistema di common law e la sua self-difense e il sistema giuridico italiano in cui è presente la scriminante della legittima difesa. Il tentativo è appunto quello di verificare l’utilizzabilità di questa teoria come strategia difensiva a supporto della configurabilità di una legittima difesa anche nel sistema giuridico italiano, superando, pertanto, le difficoltà dovute alla tipicità della causa di giustificazione in esame.