Il volume raccoglie una serie di saggi di estetica dei media e di filosofia della tecnica, ciascuno dedicato ad una specifica questione ma tutti legati dal filo conduttore della nozione – di cui si propone un’aurorale fenomenologia – della impersonalità del sentire. Il libro lega tale nozione in particolare (anche se non esclusivamente) all’avvento delle neo-tecnologie della comunicazione in rete. In conformità a tale finalità critica, nei diversi saggi si discute delle poetiche del corpo elettro-luminoso nell’ambito delle teorie e della pratica del teatro degli inizi del Novecento; si affrontano, inoltre, le aporie in cui si dibatte l’operare dei poeti elettroacustici, la cui vocalità espansa sconta l’anonimato del suo ibridarsi con le sonorità elettro-elettroniche; si delinea una fenomenologia del tempo radiofonico, inteso come dimensione spazio-temporale che manifesta la sua esteriorità alla coscienza; si studiano, infine, le nozioni di tele-presenza e di «stordimento estetico». In ognuno di tali ambiti problematici l’impersonalità del sentire si manifesta nella sua ambivalenza di anonimato e di singolarità evenemenziale.