Questa finzione drammatica ricostruisce il processo a Leni Riefenstahl condotto dalla Commissione di Denazificazione degli Alleati per determinare il suo grado di responsabilità nei crimini nazisti, come parte della campagna di denazificazione effettuata nella Germania post-bellica. Diverse scene dei suoi documentari vengono usate come prova a suo carico, sostenendo che furono realizzati come strumenti della propaganda di regime. Leni difende la propria indipendenza e autonomia in quanto artista. Durante lo svolgimento del processo, appare il tema della relazione tra gli artisti e il potere, la necessità di sviluppare una carriera artistica indipendente dal potere politico e la possibilità di creare arte per l'arte. Un'arte il cui fine sia l'arte stessa.