Secondo la visione corrente e accreditata la complessità è una complicazione, un sinonimo di disordine. Norman è invece convinto che la complessità sia insita nel mondo, sociale e naturale. Come tale deve dunque essere considerata una caratteristica fondante e ineliminabile della modernità, una necessità e non una componete negativa. Che il mondo ci appaia comprensibile e ordinato oppure confuso e disordinato dipende allora dal modo in cui la nostra mente si relaziona con la complessità. Alle prese con le tecnologie e il loro impatto, dobbiamo trovare un modo per muoverci e interagire con l’ambiente e non lasciarci sopraffare. Ragionando attorno al rapporto dell’uomo con gli oggetti, Norman li racconta come parte del rapporto generale dell’uomo con il mondo. Attraverso una carrellata di esempi concreti e anche divertenti, il libro esplora la possibilità di guardare la realtà con occhi diversi, per acquisire una nuova consapevolezza di movimento.