Il diario che tenni per un po’, all’epoca del governo D’Alema. Va dall’ottobre del ’98 al luglio ’99. Buttavo giù appunti di ritorno a casa, o quando ero incazzato perché non funzionava niente, o quando non avevo voglia di far niente. Poi smisi, in omaggio alla mia pigrizia. Riletto oggi, il diario mi sembra ingenuo ma nell’insieme divertente. Lo riporto così come fu scritto, salvo qualche raro omissis.