“Dio, Calcio e Milizia” è in primo luogo la storia di Željko Ražnatović Arkan, uno dei più feroci e risoluti criminali del ventesimo secolo. È anche un quadro della Jugoslavia, il Paese che per decenni è stato considerato un esempio di riuscito esperimento multietnico e di realtà comunista sostanzialmente svincolata dall’orbita sovietica.
“Dio, Calcio e Milizia” racconta di come lo sport più bello del mondo si trasforma, nelle mani di presidenti senza scrupoli e di sciacalli di Stato, in un “parabellum” senza pietà. La devianza, di cui Arkan sarà l’artefice principale, arriverà a inquinare tutto: politica, calcio, rapporti interpersonali, senso della convivenza civile.