Questo libro usa due linguaggi e li mette al confronto: la fotografia e la letteratura. Gli scatti visivi non pretendono di gareggiare con quelli dei veri fotografi; sono soprattutto appunti visivi,
simili a quelli che i viaggiatori di una volta prendevano disegnando.
Gli scatti verbali sono invece snelli, veloci e sintetici.
Fanno pensare a delle poesie in prosa che provano a tradurre
in parole le movenze nascoste della città.
Il lettore inoltrandosi in questa sorta di cinema frattale entrerà in contatto con una città che di sicuro è Napoli; allo stesso tempo,
però, gli verrà spesso da sospettare che Napoli sia anche l’emblema di tutte quelle città in cui la storia e la natura si sono stratificate a lungo davanti all’incessante andirivieni del mare.
Uno sguardo fattosi voce narrante e descrittiva lo guiderà
per scale, anfratti, scorci, paesaggi e memorie, rintanandosi
nel silenzio ogniqualvolta la scoperta sarà fatta propria da chi legge e allo stesso tempo guarda.