Che fine hanno fatto la Siria, la sua rivoluzione e il popolo siriano? Dopo il grande successo de La felicità araba, Shady Hamadi torna a raccontare una terra di cui si parla spesso in modo superficiale, mentre continua il suo impervio percorso di pacificazione. Attraverso il suo personale esilio e il racconto della sofferenza di un popolo che sta conducendo una lotta quotidiana contro l’indifferenza, Hamadi affronta temi fondamentali come identità, integralismo, rapporto tra le religioni, libertà e lotta contro la dittatura.Ricordi, incontri, riflessioni sulla società siriana si alternano in questo volume che «vuole essere un ambasciatore capace di arrivare a tutti coloro che sono confusi dal tanto rumore che si fa quando si parla di terrorismo e mondo arabo». La morte di Mustafa, inghiottito nelle carceri del regime siriano; il viaggio di Samer, un borsellino per bagaglio e tanta determinazione; il ragazzo dell’ospedale di Tripoli pronto a uscire per combattere con un braccio solo; il confronto con gli attivisti della società civile e con la gente di tutti i giorni, puntellano una narrazione che dà volto e dignità alla Siria e a un popolo che vuole l’emancipazione dalla dittatura e dal fondamentalismo, sotto lo sguardo disinteressato (o forse troppo interessato e per questo muto) dell’occidente.