Questo primo profilo critico, che abbraccia quasi per intero l’opera di Fabrizia Ramondino (1936-2008), nell’incrociare i libri con la sua figura unisce l’esegesi al racconto biografico di una vita e di una scrittura tra loro indissolubilmente legate – in ciò attenendosi a quei medesimi princìpi di poetica praticati dall’autrice. Ossia fornendo anche un quadro dettagliato delle ragioni che hanno spinto quella, prima del suo esordio letterario, a impegnarsi socialmente in azioni collettive a favore dei bambini analfabeti e culturalmente svantaggiati dei vicoli di Napoli, o in difesa dei diritti dei disoccupati. Scrittrice di respiro europeo, il cui cosmopolitismo ha radici biografiche nelle peregrinazioni iniziate con la famiglia in età precocissima e poi proseguite in gioventù – dopo la Spagna, ebbe a soggiornare anche in Francia e in Germania –, la Ramondino si è distinta fin dal primo momento per quel suo modo inconfondibile di narrare, prevalentemente autobiografico, che pur possedendo la misura del classico non rinuncia a varcare i confini narrativi fissati dalla tradizione del romanzo, estendendoli felicemente alla prosa saggistica. Selezionando un insieme compatto di opere e tematiche, questo volume monografico di Franco Sepe offre ampio spazio anche ai “testi diario”, che costituiscono un aspetto fondamentale della personalità umana e intellettuale dell’autrice.