«Un romanzo dovrei venire a scrivere e nient’altro. Non resta che sublimare tutta questa roba in qualcosa che non sia l’articoletto. Non troverò il tempo?» annotava Terzani. E quasi come una favola, sanguinaria eppure ricca di poesia e fragranze tropicali, Fantasmi inizia tra pipistrelli, palazzi reali ed elefanti semisacri. Testimonianza unica di un Tiziano Terzani reporter, giovane ed entusiasta, interessato ai «fatti», che con stupore si avvicina a ogni dettaglio e crede ancora sia possibile influenzare la Storia, questo testo ricostruisce in presa diretta l’olocausto che trasformò il paese nel regno di un orrore onnipresente perché «l’orrore siamo noi». I suoi «dispacci» dalla Cambogia, per la prima volta raccolti in forma di libro, come perle di una collana, giorno dopo giorno, ricostruiscono non solo la storia che ha trasformato un intero paese ma anche l’uomo che l’ha seguita per raccontarla. Da qui infatti prende corpo la svolta che lo porterà ad abbandonare ogni fiducia nell’ideologia, in cui pure aveva creduto, per iniziare un nuovo cammino di ricerca. Nella Cambogia – unico paese dell’Asia che aveva continuato a visitare per 25 anni – Terzani vedeva in piccolo la tragedia del mondo in grande. Fantasmi è dunque un testo imprescindibile per capire le ragioni che lo hanno spinto a voltare le spalle al mondo e cambiare direzione. «I cambogiani lo sanno da secoli: la vita è una ruota e la Storia non è progresso», ricordava già allora, prima che altre guerre di invasione e altre lotte fratricide conferissero un’eco per sempre attuale alle sue parole.