Il giorno stava finendo.
Un bagliore infuocato avvampava dietro i tetti dei palazzi, dietro casa di Amelia e oltre i confini dell’universo. Il tramonto vibrava nella mia retina come i tizzoni ardenti di una brace morente, mentre sopra e dietro di me tutto diventava lieve e imperscrutabile. Con i rimasugli delle loro forze, gli ultimi attimi volavano via e lasciavano che tutto finisse nella maestosità del sole che muore, nel suo canto del cigno. Oltre quel crepuscolo incantato, restai a guardare la notte che si formava finché tutto il mondo non fu viola e nero.