U Megu, «il medico», era il nome di battaglia di Felice Cascione, nato a Porto Maurizio (Imperia) il 2 maggio 1918 e morto in uno scontro con i fascisti sulle montagne del cuneese nel 1944. Questo libro racconta la sua storia – gli studi di Medicina e l’adesione al Partito comunista, lo sport e la scelta di unirsi alla Resistenza – insieme alla storia della canzone che scrisse pochi giorni prima di essere ucciso. Fischia il vento, un simbolo della lotta partigiana, venne composta da Cascione sulla melodia del canto popolare sovietico Katjuša, suggerito dal partigiano Ivan, che era tornato dalla campagna di Russia. Dopo la morte di Felice, la canzone inizia a diffondersi spontaneamente, fino a diventare l’inno più cantato della Resistenza. Donatella Alfonso racconta poi il successo della canzone dopo la guerra, le polemiche sull’origine del testo prima che, nel 1951, ne fosse accertata la paternità, e la visita di Camilo Guevara March, il figlio del Che, al luogo della morte dell’eroe partigiano. Una canzone longeva, Fischia il vento, che ha ispirato molti musicisti e ha varcato il terzo millennio per accompagnare, con le sue parole, le battaglie per la libertà e la giustizia.