In un grigio pomeriggio del novembre 1944 il tenente colonnello Raffaele Menici, reduce della guerra sull’Adamello, unitosi a un gruppo di giovani alpini collegati alla 54a Brigata Garibaldi, è condotto da due partigiani delle Fiamme verdi all’appuntamento con la morte. Ad attenderlo a fondo valle, a sua insaputa, c'è un ufficiale delle SS. Siamo sui monti bresciani tra l’Aprica e il Tonale nei mesi in cui l’avanzata anglo-americana è bloccata alla Linea Gotica. La premessa della tragedia è la strana alleanza stretta da un gruppo di Fiamme verdi con i tedeschi: nella zona franca di Edolo Menici, contrario alla tregua col nemico che occupa il Paese, è tagliato fuori.
Per anni nel dopoguerra il colonnello assassinato è stato presentato come un traditore ma, a settant’anni dagli avvenimenti, grazie a un lungo lavoro di ricerca su documenti e testimonianze, lo storico Mimmo Franzinelli dirada finalmente nebbie e menzogne su una pagina tragica della storia della Resistenza mostrando come più sconvolgente dello stesso ricordo della guerra civile sia stata la conflittualità interpartigiana che, dopo tanti anni, costituisce ancora un grumo irrisolto nella memoria della lotta di Liberazione.