L’8 maggio 1982 Gilles Villeneuve con il terribile schianto della sua monoposto a Zolder è volato nell’Aldilà e allo stesso tempo è diventato un mito. La morte trovata ai lati di una pista ha sublimato quei comportamenti che in una manciata d’anni avevano portato la popolarità del pilota canadese a livelli altissimi. Audace, irriducibile, sempre assetato di velocità, spontaneo, corretto con gli avversari: sono queste le caratteristiche che negli appassionati di automobilismo hanno fatto esplodere la “febbre Villeneuve”, non disgiunte dall’appartenenza alla Ferrari, la più famosa Scuderia di F.1 nella quale era giunto da pilota di una categoria secondaria, sconosciuto in Europa e rifiutato dalla McLaren. Purtroppo il suo percorso in F.1 è stato troppo breve, ma la scia che ha lasciato è così luminosa che ancora abbaglia, dopo tanto tempo.---Luigi Massari nasce a Castel San Giovanni, Piacenza, nel 1952. Giornalista professionista dal 1988, vive scrivendo di automobili e corse dal 1980. Il suo percorso professionale inizia da collaboratore di Autosprint e passa per il parigino AutoHebdo (corrispondente), l’annuario Velocità & Rally (coordinatore), il settimanale Rombo (redattore), i mensili Auto (caporedattore dal 1995 al 2007) e AM (caporedattore 2007-2010). Più recentemente ha collaborato con Quattroruote e La Gazzetta dello Sport anche nella realizzazione di collane quali Le grandi storie dell’auto e I miti della F.1 ai raggi X. Sul web è attivo con contributi ai siti OmniAuto e OmniCorse.