La globalizzazione, l’immigrazione, il post-secolarismo, la sovranità westphaliana in trasformazione, la crisi del Welfare, e della democrazia statale, e altre dinamiche proprie di questa società “post-legalitaria”, hanno mutato e mutano, in Italia come in tutto l’Occidente, assetti consolidati sul piano verticale delle decisioni politiche e della produzione delle regole, e su quello sociale/orizzontale dei modelli culturali, etici e religiosi, sempre più differenziati e sfaccettati. Dinamiche che già in generale rivalutano il momento giurisprudenziale del diritto come “source délicieuse” chiamata a supplire alle difficoltà del Legislatore; e che nel particolare dell’esperienza italiana della regolazione del ‘religioso’, nell’evidenziare la carenza di soluzioni politiche di ‘sintesi’, e il conseguente grande spazio lasciato all’azione “ordinatrice” e discrezionale della P.A., pongono in luce il crescente rilievo assunto dalla giustizia amministrativa, per via della funzione di controllo svolta sull’azione dell’Amministrazione, sulla rispondenza di questa ai principi costituzionali, e dunque sul tasso di garanzia effettivamente accordato all’interesse religioso collettivo volta per volta investito. Questo libro si propone di esaminare il recente sviluppo di questo particolare ‘diritto giurisprudenziale amministrativo’, che non manca di fornire spunti originali (quasi delle vere e proprie direttrici generali) nel decidere su particolari conflitti che scaturiscono dall’incontro tra P.A. ed istanze collettive collegate col ‘sacro’.