La corruzione a ogni livello. Le infiltrazioni mafiose. Il logoramento delle istituzioni. In un viaggio spietato che racconta la sconfitta dello Stato contro la criminalità, Fabrizio Gatti indaga quell’unione letale di illegalità e omertà che ha condotto il nostro Paese al disastro: tra reportage e romanzo, Gli anni della peste parte dall’incontro tra un giornalista infiltrato e un pentito di mafia tradito dallo Stato per denunciare la “normalizzazione” intorno a cui da vent’anni convergono gli interessi di clan, lobby e apparati delle istituzioni. Attraverso la cronaca di un’Italia feroce ed egoista, fatta di funzionari asserviti al crimine, investigatori onesti abbandonati e cittadini indifferenti, Gatti ci mette davanti agli occhi la mafia della porta accanto: quella che si nasconde nei quartieri e negli uffici pubblici, che ci tocca tutti da vicino e ha condannato il nostro Paese a diventare ciò che è. Il peso di cui ci dobbiamo liberare, se vogliamo tornare a sperare.