I Golden State Warriors sono “The Most Entertaining Show on Earth”, il più grande, intrigante spettacolo cestistico sulla faccia della terra. Hanno conquistato la NBA con record, velocità, sicurezza e soprattutto con un gioco affascinante, costruito attorno ad uno dei giocatori più incredibili che si siano mai visti al mondo. E altrettanto velocemente hanno preso tutto questo, record, spettacolo, sicurezza e l’hanno gettato dalla finestra. E’ come se ogni squadra avesse davvero un DNA al quale è impossibile sfuggire. Può accadere ma non definitivamente. Non sarebbero i Warriors se dopo un titolo NBA vinto dopo 40 anni e il primato di ogni epoca di vittorie non avessero perso in casa, in gara 7, il secondo titolo, ritenuto per mesi scontato. Una bizzarra anomalia che anche nel momento del successo percorre la spina dorsale di una franchigia che è sempre stata anomala e bizzarra...
E non c’era mai stata una storia tempestata di vicissitudini come quella dei Golden State Warriors. Nati a Philadelphia, quando la NBA non esisteva ancora. Trasferitisi a San Francisco, per giocare al Cow Palace, posto riservato al mercato del bestiame, con un proprietario di nome Frank Mieuli, pantaloni a quadri, barba lunga, look raggelante persino per quei tempi. Fu lui a portarli a Oakland, la sorella povera, brutta e pericolosa di San Francisco, al di là del ponte.