Capitan Tsubasa, meglio conosciuto come “Holly e Benji” è probabilmente il fumetto e il cartone animato sportivo per antonomasia, sicuramente uno dei più amati e conosciuti tanto dai più grandi quanto dai più piccini.
Una cosa è certa: negli ultimi 30 anni, il fumetto di Holly e Benji è equiparabile ad un vero e proprio archetipo narrativo.
Quando ad una persona viene chiesto il nome di un supereroe, nella maggior parte dei casi quella persona risponde sempre uno tra Superman, Batman o l’Uomo Ragno; volendo parlare di calcio, alla domanda su chi sia il calciatore più forte di tutti i tempi, i nomi sono sempre quelli di Maradona e Pelè.
E quando si chiede di fare un elenco dei migliori (o dei più conosciuti) fumetti o cartoni animati sportivi, tanto gli esperti quanto i profani inseriranno sempre ai primi posti Captain Tsubasa, cioè Holly e Benji.
Ma qual è (e qual è stato) il segreto del suo successo?
In cosa Holly e Benji si distingue (e si è distinto) da tutti gli altri fumetti sportivi?
E come mai a distanza di 30 anni si continua a parlare e a prendere come esempio la storia di un bimbetto giapponese cresciuto e pasciuto tirando calci ad un pallone?
Scopriamolo insieme.