Certe vite sembrano fatte per essere normali. Max, per esempio, nasce a Pavia da una famiglia di piccoli commercianti, sempre impegnati a far tornare i conti nel loro negozio di fiori. Nascosto dietro spessi occhiali da vista, odia ogni tipo di sport e passa il tempo in soffitta a montare e smontare modellini di aeroplani, sognando i cowboy e immaginando invasioni di eserciti immensi. Crescendo, si tiene alla larga dalla Pavia dei circoli di canottaggio e dei golfini portati sulle spalle, frequenta un gruppo di ragazzi punk, ascolta l’heavy metal, i Sex Pistols, la new wave, Springsteen. Il suo compagno di banco si chiama Mauro, anche se tutti lo chiamano Flash. Max e Mauro hanno una cosa in comune: vogliono scappare da lì, dai pregiudizi della gente e de lla loro città tronfia e paninara. E così decidono di fare musica, per costruire qualcosa che li rappresenti davvero. I cowboy non mollano mai è la storia di Max Pezzali: la famiglia, gli amici e i nemici a scuola, l’incontro con il rap. La prima comitiva, le serate al bar e quelle trascorse in cantina con Mauro, a scrivere canzoni e a sognare l’America. E poi il successo improvviso e l’epoca d’oro degli 883, l’esperienza alla Croce Rossa, le Harley, le donne, le piccole sfide quotidiane e i grandi viaggi che ti insegnano a capire il mondo. E infine la carriera solista, le tournée nei palazzetti e i rapporti non sempre facili con la critica. E un figlio, da crescere e a cui raccontare tante storie fantastiche. Certe vite sembrano fatte per essere normali. Poi succede qualcosa di straordinario, e diventano l’eccezione che conferma la regola.