Nella primordiale lotta tra l’uomo e le fiere ha vinto l’uomo. Dotato di una particolare intelligenza l’uomo vanta un percorso evolutivo complesso, tracciato dalla preistoria e dalla storia in cui il tempo è scandito, oltre che dalle invenzioni e scoperte, dall’organizzazione del vivere insieme. Gli animali per contro, superate le ere nelle quali alcune specie sono scomparse, si sono suddivisi tra quelli addomesticabili dagli uomini e ad essi asserviti e quelli selvatici che, rimasti liberi, hanno continuato a contrapporsi all’uomo nel dominio della natura. Se la coesistenza comporta sempre un problema di dominio e di governo, quando ha riguardato l’uomo e gli animali le soluzioni, mai semplici, hanno presentato nel tempo articolazioni diverse, talune oggi ancora apprezzabili, altre non più, ma tutte in grado di evidenziare che il problema, ben più complesso di quanto possa apparire prima facie, oltrepassa gli angusti confini dal potere dell’uomo sugli animali per investire il più ampio tema della relazione tra l’uomo e la natura.
La razionalizzazione della coesistenza tra l’uomo e la fauna è inscritta nella storia del pensiero filosofico ed etico relativo al rapporto dell’uomo con la natura, le cui regole si sono evolute parallelamente al passaggio dalla concezione dell’uomo-padrone a quella dell’uomo-custode della natura. Concezioni che hanno supportato differenti sistemi di regole dirette a disciplinare comportamenti e aspettative dell’uomo ed a risolvere problemi nel tempo sempre uguali, ossia quello della libertà della caccia e dei suoi limiti e quello dei danni inferti dalla fauna selvatica alle attività agricole svolte sui territori da essi abitati.
La decisione di pubblicare un volume sulla prevenzione e risarcimento dei danni da fauna selvatica non è dipesa da significative innovazioni legislative, dottrinali o giurisprudenziali che possono aver interessato la materia in questi ultimi tempi, quanto piuttosto dall’esigenza di una migliore messa a fuoco del tema d’indagine.
Occorre sottolineare che la problematica dei danni causati dalla fauna selvatica si pone in termini di estrema urgenza e gravità per il loro incremento dovuto a quello progressivo della popolazione faunistica, per cui sempre più frequentemente si assiste a perdite di interi raccolti divorati dalla selvaggina, danni al bosco e, ancor peggio, a orrende mattanze di vitelli, agnelli, polli, conigli ad opera della stessa. Per contro, la crescente sensibilità nei confronti della biodiversità reclama una tutela della fauna selvatica che apre a nuovi scenari di contemperamento di interessi contrapposti.
Gli interessi economici degli agricoltori talvolta si scontrano con quelli non economici di tutela ambientale, ma talaltra si coniugano ad essi in un circuito in cui non sempre è dato individuare gli interessi fondamentali.
Il titolo assegnato al volume, nel definire l’argomento, offre al lettore le coordinate concettuali utili a comprendere il problema in tutta la sua complessità. Prevenzione e risarcimento sono espressioni che, solitamente legate ad un evento dannoso, rimandano alla responsabilità di chi l’ha commesso o può commetterlo, ma allorché sono legate alla fauna selvatica introducono una serie di quesiti che occorre preventivamente porsi nell’affrontare l’oggetto trattato, prima tra tutti quello relativo alla sua natura e nozione giuridica e alle relative implicazioni.
Sullo sfondo di tale interrogativo i saggi qui raccolti, pur diversi per gli argomenti trattati e dotati di altrettanti diversi intenti, sono accomunati, nell’opera ricognitiva, critica ed analitica delle norme oggetto di studio, dal desiderio di tornare nuovamente a definire aree di pensiero e categorie giuridiche con un nuovo tipo di sensibilità, pervenendo ad approcci originali nella ricognizione ed analisi di strumenti e concetti giuridici già noti.
Il lettore attento ai dati normativi di quelle attività che fin dai primordi hanno accompagnato la vita dell’uomo, ossia l’agricoltu