Una vicenda sviluppatasi nell’arco di oltre vent’anni. I due volti contraddittori di un personaggio: alle soglie della decisione di entrare in guerra(giugno 1940) assunse il ruolo di comandante supremo e scontò gli errori propri e quelli di quanti lo tradirono (militari di grado elevato, industriali, capitalisti, componenti della corte) facendo della doppiezza e del sabotaggio la ragion d’essere di una ideologia antinazionale e puramente speculativa.
Nello spazio di poco meno di tre anni,tollerando oltre misura doppiogiochisti, inetti e malfattori si creò da sé medesimo, la fossa.
Nell’immediato primo dopoguerra (primi anni ‘920), invece, ebbe l’enorme presunzione di voler cambiare l’Italia, di modellarla a suo piacimento con l’intento di mutare la pelle della Nazione,attribuendole strumenti, concezioni, traguardi e fisionomia sino ad allora sconosciuti e, forse, non in sintonia con l’autentica essenza del corpo sociale.
Illusione o miraggio? Un’ambizione contrastata e polverizzata da quanti invece di sfruttare le risorse disponibili gli voltarono le spalle, dopo aver avuto benefici, ricchezza, onori.
I due volti della vicenda filtrata sulla rete dei fatti, sulle occasioni gettate al vento, sulla costruzione di una verità fallace e misera.
Ingenuità, buona fede o balordaggine?
Un’analisi in due parti: dapprima il condottiero, in seguito l’uomo di governo.
Due storie, due vicende, due momenti. Storia o il profilo della
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