“Ecco, quindi, con il collo infilato in questo nodo scorsoio, al “Cinema” nostrum non resta che soffocare lentamente, progressivamente, scalciando finché morte non ne sopravvenga. E, quel che è più insultante ed ingiurioso, sotto gli occhi foderati di prosciutto di una platea - composta in primo luogo dal pubblico delle sale, poi, via via, dai critici e/o giornalisti cinematografici di tv e carta stampata con le loro stellette e le loro palline da assegnare, dai direttori di festival grandi e piccoli, dai programmatori dei palinsesti televisivi e chi più ne ha più ne metta - che non muove un dito per impedirlo e che anzi, ad ogni piè sospinto, non perde occasione per celebrarne le radiose sorti e progressive, i “capolavori” (...) Quanto all’incensamento dei campioni d’incasso, in una Nazione che sta diventando sempre più autarchica e strapaesana, dalla cultura in giù, è l’argomento principe della macchina propagandistica di tv, giornali, web, pronti in qualsiasi occasione a stracciarsi le vesti per l’enorme successo di questo o quello, ottenendo così, presso un pubblico farloccone che si beve Grandi fratelli, reality d’ogni tipo e latitudine, telenovele che neanche nel quarto mondo, a colazione, pranzo e cena, altri indici d’ascolto ineguagliabili e conseguenti introiti pubblicitari)”.