Aonia edizioni. Vuoi tu, dunque, amico caro, ch’io ti racconti quel che videro i miei occhi ed udirono i miei orecchi nell’avventurosa corsa che facemmo da Genova a Marsala ne’ primi giorni di maggio del 1860, quando saltò in testa a Garibaldi il ticchio di fare quella che parve da principio una gran pazzia, e fu giudicata di poi opera egregia e principalissima tra le sue più belle? Io, pel bene che ti voglio, non ho il cuore di risponderti: no; ma t’ammonisco di non pretendere da me più che non possa darti un modesto gregario di quella schiera; il quale ascriverà a sua ventura se per la grande dimestichezza in cui lo tenne a que’ giorni (per sua benevolenza) il duce dei Mille, potrà narrarti qualche coserella, che non si trova nelle moltissime storie che de’ suoi casi si scrissero e si scrivono oggi più che mai.