Il Veneto come l’Arcadia. La realtà assume le voci e le visioni recuperate dal delirio e dall’allucinazione, prendendole in prestito alla follia. La Bibbia non è stato il libro scritto da chi sentiva la voce di Dio? E di chi profetava per la visione degli eventi futuri? Erano pazzi costoro? Il mistero che la neo-ispettrice Nella Nelli dovrà risolvere è l’eterna domanda della Sfinge che come a Edipo si vedrà proposta per la vita o la morte, la luce o il buio, la visione o la cecità, la parola o il silenzio, l’emancipazione o l’asservimento…, a seconda della risposta: giusta o sbagliata… (“Hanno occhi e non vedono, orecchie e non odono”)… Il commissario Amedeo Ariano dal canto suo, il maestro riservato a Nella da quel destino che (forse) ha invocato lei (o forse evocato lui?), attraverso la porta del sesso (abbandonate ogni speranza a voi che entrate) accompagnerà l’allieva in quell’inferno dal quale dovrà uscire con le proprie forze, che giacciono in attesa di essere fecondate e asservite, partorendosi dalle profondità oscure del suo essere femmina alla rinascita del suo essere superumano. Il mistero le si svelerà col nome di quell’assassino sventratore di donne che solo alla fine capirà di aver saputo fin dall’inizio: il nome che sarà per lei principio di una vita rinnovata per un ritrovato senso superiore, per commutare la realtà solo umana… in divina.