Cosa succede quando il malato è un grande psichiatra abituato a occuparsi delle sofferenze altrui? È ciò che Vittorino Andreoli racconta in questo libro coraggioso: dalla scoperta di un mondo, il proprio, improvvisamente travolto dall’emergenza e dalla malattia, fino alla guarigione raggiunta con forza e fatica. Tutto comincia quando si accorge di essere preda di un’imponente emorragia vescicale proprio pochi minuti dopo aver concluso una conferenza sul “corpo malato”. Inizia così un cammino in cui Andreoli si trova costretto a parlare della propria prostata impazzita ai medici, agli infermieri e poi ai familiari, con i quali si impone un rovesciamento delle regole ordinarie dell’esistenza. Il racconto autentico dello stupore e del terrore di fronte alla fugacità della vita, in un romanzo autobiografico che sorprende per l’immediatezza del linguaggio, e per l’ironia che i luoghi di cura suscitano accanto al clima di tragedia. Una testimonianza lucida, senza retorica, sulla fragilità del corpo e sul coraggio di ricominciare a vivere.