Il rifacimento di film, di spettacoli e di brani musicali è pratica consolidata. Sullo stesso binario, da un po’ di tempo, c’è chi sta riproponendo letteratura sotto nuova veste: il libro è energia pulita, quindi rinnovabile. Compito arduo, in particolare riciclare classici in lingua antica, veri e propri mostri sacri. Eppoi, ce ne vuole di fantasia per riscrivere, per dare nuova linfa a monumenti letterari, a opere che hanno formato le nostre conoscenze. Il riciclato in questione è il cosiddetto “Corpus Caesarianum”, mai pubblicato in un unico volume. Si tratta del “De bello gallico” e del “De bello civili” di Cesare, celebrati in tutto il mondo, e di tre libri poco famosi, noti solo agli addetti ai lavori, il “Bellum Alexandrinum”, il “Bellum Africum” e il “Bellum Hispaniense”, scritti da ignoti. Due capolavori + tre un po’ meno ma di grande valore, fondamentali per gli amanti di storia e stimolanti per gli altri lettori per il modo piacevole, rapido, espressivo e nello stesso tempo interessante, in cui sono stati riscritti: gli ultimi quattordici anni di Cesare, la cronaca degli avvenimenti che hanno rivoluzionato l’occidente e influenzato il successivo sviluppo.
Il lavoro raccoglie e risistema, con vari aggiustamenti, gli ebook già pubblicati, remake letterari che rinnovano testi, antichi ma attuali, senza impoverirli, anzi, li arricchisce con notizie non date dagli originali, e, soprattutto, li semplifica e li rende gradevolmente “leggibili”, non un’insipida ripetizione, pallosa, di quanto già scritto da Cesare in modo pregevole, e grossolano, di non facile lettura, dagli anonimi.