“Nell'Antico Testamento il concetto del lavoro come pena e quello di lavoro come dignità propria all'uomo appaiono
fusi...
...La predicazione di Gesù sembra, a prima vista, inculcare il disprezzo del lavoro, il fiducioso abbandono alla divina
assistenza...
...Le regole monastiche... proclamano la necessità del lavoro manuale, considerato come il miglior mezzo per allontanarne
i molti mali provocati dall’ozio e dalla solitudine della vita conventuale...
...Il protestantesimo operò nel concetto di lavoro una profonda rivoluzione spirituale... il lavoro è remedium peccati
e naturale necessità, mezzo ascetico... I profughi della diaspora protestante fecondarono industrialmente grande
parte dell’Europa, dell’America del Nord e dell’Australia...
...Lo spirito del Rinascimento appare nettamente attivistico. L’uomo è celebrato come homo faber... Ma è nei romanzi
comunistici della Rinascenza... che si delinea la moderna concezione del lavoro nella sua dignità e nei suoi
diritti...
...Il concetto di lavoro diventò il concetto chiave del mondo moderno quando l’attività economica lo spinse al pri mo
piano della vita sociale...”
Camillo Berneri (1897-1937), filosofo e anarchico. Fin da ragazzo entra nella federazione giovanile del partito socialista
(FGS), ma dal 1916 se ne distacca avvicinandosi agli anarchici. Fu critico verso il bolscevismo non appena mostrò il suo volto
autoritario. Dopo la laurea in Filosofia conseguita a Firenze con Gaetano Salvemini come professore, fu costretto a riparare
all'estero a causa della persecuzione fascista e del rifiuto di prestare giuramento al regime, perdendo così la possibilità di
insegnare. Anche all'estero, in vari paesi europei, subisce arresti e persecuzioni dalle polizie locali e dagli agenti della polizia
segreta fascista. Con l'esplodere della rivoluzione spagnola del 1936 giunge in Spagna prendendo parte ai combattimenti e
fondando vari giornali. A seguito degli scontri tra anarchici e comunisti avvenuti a Barcellona nel '37 venne sequestrato ed ucciso da agenti stalinisti.