Da bambino collezionavo immagini sacre al posto delle figurine Panini. Santa Lucia con gli occhi tra le mani o San Sebastiano trafitto da frecce mi sembravano più stimolanti dei calciatori pettinati e sorridenti.
Non saremmo mai arrivati neppure alla ruota se ci fossimo basati sulle ricerche di mercato. L’ intuizione ne ha permesso la scoperta, il design è nato in seguito. Il design è fatto delle intuizioni di grandi sognatori.
Ha scritto Gianni Canova: “Gli altri designer per lo più progettano oggetti. Fabio Novembre immagina mondi. Nei suoi mondi c’è la rapsodica e golosa felicità di Federico Fellini”.
Visionario, eccessivo, sognatore, Novembre ammette che le sue creazioni rispondono più a esigenze personali che alla soddisfazione di bisogni collettivi. Ma i suoi spazi seduttivi e i suoi oggetti iconici – sedie come il negativo di corpi, vassoi in forma di piazze, tavoli con gambe di corda, divani come nastri infiniti e poltrone come maschere – ne hanno fatto uno dei designer più interessanti e affermati della scena internazionale. I suoi progetti nascono per raccontare storie e i suoi punti di riferimento sono, oltre ai grandi del design contemporaneo, anche gli esempi forniti da altri ambiti, dal cinema alla musica, dall’arte alla natura e alla moda, in una rete di riferimenti, relazioni, connessioni e somiglianze che è “fonte di vita e di ispirazione continua”. In questo libro, insieme alla teorica dell’arte Francesca Alfano Miglietti, Fabio Novembre prova a defi nire il suo lavoro, l’ispirazione e il ruolo degli oggetti, sviluppa il concetto del passaggio dall’”io” al “noi” e fa il punto sul cosiddetto italian design, aiutato anche da interviste inedite ad alcuni maestri come Sottsass e Magistretti, Branzi e Mendini.