Quando i raggi solari colpiscono la superfici di una cellula fotovoltaica, vengono emessi elettroni e si sviluppa una differenza di potenziale fra la parte superiore della cella e quella inferiore. Se si collegano le due parti della cella, fra loro scorrono elettroni e la cella produce energia elettrica.
E’ sufficiente esporre al sole queste Fotocellule, ed immediatamente alle estremità dei due cavi che fuoriescono da esse, si crea un flusso di corrente elettrica. Ovviamente, più forte è il sole che le colpisce e più il soleggiamento dura nel tempo, maggiormente elevata è la quantità di energia elettrica che ne scaturisce. In una giornata limpida, all’equatore, la radiazione solare raggiunge la potenza di 1.000 Watt per metro quadrato di superficie esposta al sole.
Ovvietà per gli esperti del settore! L’autore ammette: Non sono un esperto nel campo, e quanto conosco è del tutto teorico. Certamente qualche professionista sorriderà, ma mi piace valutare situazioni nuove. Mi sembra che un’idea sulla quale stava lavorando mio padre, andasse in direzione di un utilizzo, forse migliorativo, delle Fotocellule, almeno in particolari impianti di portata limitata. Ed essa potrebbe forse portare un qualche contributo, anche se piccolo, alla causa. Non so se questa ipotesi sia stata già verificata e magari scartata, ma tanto è. Ve la riporto come l’ha realizzata, con numerose foto dei vari campioni e con tutte le implicazioni e le varianti che io vedo ne possano eventualmente scaturire. (Comunque non ho mai visto il fotovoltaico impiegato così!).