Durante un viaggio compiuto in Inghilterra nel 1980 in compagnia di Jerry Wilson, Marguerite Yourcenar progetta un’opera che sarà composta dai resoconti del giro del mondo che ha intenzione di portare a termine con il suo giovane amico. Il libro si intitolerà Il giro della prigione, con riferimento alla famosa frase di Zenone, il protagonista dell’Opera al nero:“Chi sarebbe così insensato da morire senza aver fatto almeno il giro della propria prigione?” Il libro, benché alla morte dell’autrice nel 1987 sia rimasto incompiuto, riveste un interesse particolare per i riferimenti biografici e le pagine limpidissime che descrivono luoghi, personaggi e fenomeni culturali del mondo nipponico, al quale sono dedicati i capitoli più intensi del volume.“Non si vede due volte lo stesso ciliegio, né la stessa luna contro cui si staglia un pino.Ogni momento è ultimo, perché è unico. Nel viaggiatore, tale percezione si acuisce per l’assenza delle abitudini facilmente rassicuranti, tipiche del sedentario.”