All'indomani del Trattato di pace del 10 febbraio 1947, in cui l'Istria e le isole quarnerine venivano annesse alla Jugoslavia, l'esercito di Tito iniziò un processo di epurazione politica che costrinse più di un quarto di milione di uomini, donne e bambini a fuggire dalle loro case e a cercare fortuna in Italia e oltreoceano. Dall'Istria e dalla Dalmazia, queste comunità italiane furono strappate a forza, quasi totalmente cancellate. Fu come se un pezzo d'Italia sprofondasse o non fosse mai esistito. Per più di vent'anni l'Esodo e le Foibe sono state un episodio dimenticato; Raoul Pupo ha riempito questo vuoto e ritracciato, per la prima volta in una prospettiva di lungo periodo, la storia di queste comunità: le persecuzioni fasciste con la conseguente emigrazione di croati e sloveni tra le due guerre, l'aggressione italiana della Jugoslavia nel 1941, gli orrori della guerra partigiana e della controguerriglia, le stragi delle Foibe nel 1943 e nel 1945, la interminabile "questione di Trieste" e l'ondata migratoria verso l'Australia alla fine degli anni Cinquanta. Un libro che accanto alla fredda documentazione storica pone la testimonianza semplice e autentica degli esuli, che danno voce al racconto vivido degli orrori e delle violenze, della loro tragica condizione di profughi e delle difficoltà di integrazione.