«Il Padre era sofferente. Bisognava fare qualcosa per lui. A questo scopo avevo messo in atto il proposito che il 9 ottobre i miei figlioli si alzassero alle 4 per partecipare alla Messa delle 5. Ora i ragazzi, nella sagrestia, aspettavano trepidi che Padre Pio desse loro il premio solito: un sorriso, una parola affabile, un buffetto. Tuttavia, non è parso accorgersi di loro. È accaduto di peggio: ha scoraggiato e annichilito i ragazzi che, con delicatezza, avevano fatto il gesto di baciargli la mano. Non era più lui. La spiegazione di quel suo comportamento è arrivata a tarda sera di quello stesso giorno: in meno di cinque minuti, duemila povere creature perivano nell’immane disastro del Vajont.»
Perché questi miei appunti su Padre Pio? Perché è stato lui a comandarmi di scriverli. «Devi farla lavorare!» mi disse al termine di una confessione agitando la stilografica che mi aveva tolto dal taschino. Oggi novantenne, Giovanni Siena ha conosciuto Padre Pio già negli anni Venti e, dall’epoca della Seconda guerra mondiale fi no alla sua scomparsa nel 1968, è sempre vissuto a stretto contatto con il santo. In questi trent’anni, giorno dopo giorno, ha annotato episodi straordinari e momenti quotidiani che ha condiviso con lui. Le memorie di Siena, pubblicate per la prima volta in questo libro, sono un documento di eccezionale valore che permette al lettore di conoscere da vicino e comprendere appieno la dolorosa storia terrena e la profonda spiritualità di Padre Pio. In pagine emozionanti, l’autore riporta fatti di cui è stato testimone — guarigioni miracolose, la lotta morale e fisica contro il Maligno, l’effusione di profumo del Padre… — e descrive una santità manifestata concretamente in ogni momento, anche solo con un gesto, con una parola incoraggiante oppure burbera o con comportamenti che per alcuni hanno suscitato scandalo, ma che per sterminate folle di credenti sono esempi inconfutabili di fede. Nei taccuini di Siena, inoltre, non mancano sorprendenti e preziosi quadri storici, come quello della drammatica occupazione di Foggia nel ’44, o l’inedito resoconto di una confessione di Giovanni Leone, all’epoca presidente della Camera, con un Padre Pio che non omette di dichiarare quel che pensa della politica del tempo. Tutto in questo diario, eventi importanti e colpi d’occhio di un istante, va a comporre un ritratto edificante e luminoso.