Prefazione a cura di Valerio Tambone

Il poeta si riprenda il cielo

Esistono, devono esistere da capo e assolutamente, luoghi, semplici caffè, in cui un poeta sporco, che vesta la sua giacca preferita, negli orari più impensati, possa sedere con tre birre e due amici a lottare per un verso, per una virgola tolta piuttosto che per una strana parola che non fa rima, ma che racconta 37 anni di vita: come si faceva fino a non molto tempo fa. La poesia è divenuta un momento complicato perché l’hanno vestita di tessuti che non amano essere toccati, sintetici, con poco cotone, il poeta si defila, non legge più egli stesso, demanda, ma desidera intimamente che più di qualcuno prenda in mano il suo libro. È un eccesso di umiltà, o superbia mascherata in realtà, o semplice ingenuità, non importa: di certo non c’è piena coscienza del proprio ruolo: forse gli è stato tolto. Deve riprenderselo.