Il Museo dei Frati Minori Cappuccini della Provincia Romana nasce con l’obiettivo di mettere in luce la spiritualità di un Ordine religioso basato su un intenso misticismo, un semplice e sobrio stile di vita, una costante vicinanza al popolo e un forte e dolce spirito di fraternità. Le otto sale del museo, ricavate all’interno del convento, mostrano altrettante sezioni che risalgono alle origini del luogo, ne ripercorrono la storia e presentano la vita di coloro che, divenuti religiosi, s’ispirano alle testimonianze esemplari dei santi cappuccini come San Felice da Cantalice, San Crispino da Viterbo, San Giuseppe da Leonessa, ecc., ma anche a figure contemporanee di vastissima risonanza pubblica come, ad esempio, San Pio da Pietrelcina, stimmatizzato per 50 anni, e Padre Mariano da Torino, primo predicatore multimediale. Il Museo si presenta, anche, quale nuovo centro per la conservazione del patrimonio storico artistico dei Cappuccini di Roma e del Lazio. Le sale espositive, infatti, sono state ideate non solo per accogliere ed esporre i materiali artistici, ma anche per la loro conservazione. A questo scopo, un’importante campagna di restauri ha anticipato l’apertura del Museo, riportando al loro originario splendore diverse tipologie di opere d’arte, di volumi e di documenti, ma soprattutto di oggetti liturgici e di manufatti cappuccini di uso comune, fortemente caratterizzati da quello spirito di “produzione propria e povera” specifica dell’Ordine. Espressione di un’esperienza ricchissima, quella di quasi 500 anni di vita cappuccina, questo Museo, oltre che conservativo, pensa e si proietta nel futuro e si concepisce come “laboratorio propositivo” in ricerca e in divenire. Esso spera in esposizioni, iniziative culturali e suggestioni spirituali finalizzate, nel dialogo comune, all’affermazione anche oggi del primato dell’umano.
Con saggi introduttivi di: Annamaria Cancellieri, Renata Polverini, Gianni Alemanno, Federica Galloni, Alessandro Nicosia.