Il protagonista di questo sostanzioso romanzo (1200 pagine circa), nella Francia che sta per conoscere l’ascesa di Napoleone, è Eric Grevilliers, un giovane aristocratico la cui famiglia è stata espropriata di tutti i beni dal governo rivoluzionario, il quale diventa il pupillo di un affarista che si arricchisce incettando le opere d’arte razziate dai soldati durante la prima campagna napoleonica in Italia. Nella Parigi di fine settecento, Eric conosce la bellissima Virginie, un’americana figlia di una nobildonna francese venuta in Francia per perfezionare la lingua e se ne innamora. Per sposarla, riesce a farla partecipe della società di trasporti marittimi, denominata FUSOCO che, assieme al padre di lei, armatore di un bellissimo veliero, creano a Richmond, in Virginia, e che armerà le più belle navi a vela di quei tempi, i velocissimi clippers, i famosi brigantini a palo americani. IL NAPOLEONIDE è la storia di un giovane ambizioso e intraprendente, della sua scalata alle vette più alte della società dell’epoca, delle sue avventure per terra e per mare, dei suoi amori e delle sue passioni e, soprattutto, dell’amore meraviglioso per la sua sposa.
La Fusoco, società di trasporti marittimi internazionali di Eric e di sua moglie, si sta espandendo esponenzialmente grazie all’intraprendenza e all’acume imprenditoriale della bellissima Virginie dagli occhi turchini e dal carattere volitivo. Laura l’antica amante delle colline liguri, ormai diventata una vera parigina, dà a Eric una figlia: Pauline. Napoleone, trasportato felicemente da Ajaccio al Fréjus sotto gli occhi poco attenti della flotta inglese comandata dall’ammiraglio Lord Keith, come riconoscimento dell’insperato aiuto ricevuto in un momento poco felice della sua carriera di condottiero, concede a Eric la commercializzazione, durante la seconda campagna d’Italia, di centocinquanta dipinti di grande valore eseguiti dai più eminenti artisti italiani, offertigli dalla neonata Repubblica Cisalpina, in cambio del riconoscimento ufficiale come istituzione principale dell’Italia futura. Benché già ricco, Eric ne ricava un guadagno astronomico. Nell’attentato di Rue Nicaise a Parigi, si verifica un colpo di scena che arricchirà la narrazione della seconda parte del romanzo. Subito dopo quel fatto sanguinoso, che avrà conseguenze catastrofiche, Eric e Guillaume si recano con il veliero Virginia, comandato dall’impareggiabile capitano Williams, a Tangeri, in Marocco, dove hanno fatto costruire otto esemplari dello speciale cannone a lunga gittata inventato dal geniale Jardine. Le avventure spericolate prima con i pirati algerini, poi lo scontro con una squadra navale inglese e, infine, la traversata verso la Francia ostacolata da una spaventosa tempesta nel Golfo del Leone che trascina fino in Sardegna il bastimento, obbligherà il comandante a proseguire verso il tranquillo golfo di Cosmopoli, nell’Isola d’Elba per riparare i danni allo scafo e approfittare per far montare stabilmente due cannoni nel ventre del veliero, per difendersi da altri probabili attacchi nel viaggio di ritorno.
Ormai la Fusoco ha un giro di affari talmente sviluppato, da essere divenuta un’impresa ricca di capitali in oro e di bastimenti, tanto da poter finanziare anche cinque campagne di guerra napoleoniche, ma Eric, sebbene nelle grazie di un Napoleone sempre alla ricerca di capitali per farle, si guarda bene dal palesargli di esserne il maggior azionista. La flotta ora conta diversi clippers, il più moderno dei quali, il Richmond, appena varato nei cantieri di Norfolk e alla sua prima traversata con a bordo Virginie e Pauline, viene catturato dagli inglesi che lo nascondono nella baia di Faro, in Portogallo. Con un audace colpo di mano, degno di un racconto pieno di suggestioni rocambolesche, la squadra di incursori messa su da Eric e Guillaume e diretta da Francois, riesce a liberare la ciurma e a fare veleggiare il clipper per ormeggiarlo nella tranquilla baia di Cassis, dove verrà armato degli